E' arrivato il momento di fare un salto in Argentina: la terra del tango, delle pampas, del mate, una terra fertile, sconfinata dove affondano molte radici di origine italiana. Sono le radici dei quasi tre milioni di emigranti italiani che hanno lasciato la loro terra e le loro famiglie nel secolo scorso, spinti dalla speranza e dalla volontà di cambiare la propria vita.
In questo post a tappe, la prima è dedicata a loro: i Tanos, gli emigranti italiani in Argentina.
Ottimo spagnolo no? Speriamo che anche il nostro con 40/50 anni di esperienza arrivi ad essere così fluente. Nonostante qualche nota calabrese qua è là, i nostri simpatici concittadini ci hanno fatto sentire alcune peculiarità dell'accento argentino, molto distinto dall'accento peninsulare della Spagna e dall'accento tipico di altri Paesi dell'America Latina. L'elemento maggiormente caratterizzante è il cosiddetto shoismo, per cui y e ll vengono pronunciati [sh] (come in sciarpa):
yo → [sho]
llave → [shave]
llover → [shover]
vamos a la playa → [vamos a la plasha]
yo me llamo Marcos → [sho me shamo Marcos]
Da una pagina di wikipedia: "aparentemente los Argentinos siempre tratan de callarse entre ellos (¡Shhhh!)" :) Mmmmh sarà così?
Seconda tappa... andiamo a Buenos Aires e sentiamo cosa ci dice Lucia sull'accento argentino. Lucia ci dà anche qualche buon consiglio per praticare il nostro spagnolo con dei madrelingua (prestate attenzione all'uso di [sh])
Nota: il sito di cui parlava Lucy per praticare un po il nostro spagnolo è: http://www.interpals.net/
Nota: Boludo è una parola (piuttosto volgare) che si usa in Argentina per dire scemo, stupido.
Lo shoismo è tipico della provincia di Buenos Aires, della zona del Rio de la Plata e di alcune zone limitrofe (per un ripassino di geografia visualizzate la mappa qui). Gli abitanti di quelle zone si chiamano porteños un appellativo indirizzato, in generale, a tutti coloro che vivono o provengono da una città portuale. E che centra con Buenos Aires?
Un'altra tappa veloce indietro nella storia ci porta nel passato di una manciata di secoli quando Buenos Aires si chiamava: Santísima Trinidad y Puerto de Santa María del Buen Aire da qui l'appelativo porteños. A questi antichi fondatori mancava decisamente il dono della sintesi...
In altre zone dell'Argentina la [sh] è meno marcata o assente (y e ll sono pronunciate come i: playa → [plaia], yo → [iò]).
Torniamo al presente e andiamo a conoscere qualche altra storia di famiglie italiane che sono partite per l'Argentina e che il destino, con qualche generazione di ritardo, ha fatto ritornare in Italia. Si tratta della famiglia calabrese Milito, e della famiglia friulana Zanetti. Oggi i discendenti Diego Milito e Javier Zanetti hanno ricucito la vecchia ferita dei loro padri tornando a vivere e a giocare a calcio in Italia (mi sa che si capisce per che squadra tifo!):
Ascoltate come Diego pronuncia le parole: allá [asha], llevó [shevó], llegar [shegar], ya [sha], yo [sho]
Ascoltate come Diego pronuncia le parole: allá [asha], llevó [shevó], llegar [shegar], ya [sha], yo [sho]
Un'altra caratteristica molto diffusa dell'accento argentino (e di altri Paesi latini) è quella per cui le s finali o che precedono una consonante sono mute o addirittira assenti. Ascoltate come Javier Zanetti e il giornalista pronunciano le parole: después [dehpueh], todo esto [todo ehto], protagonista [protagonihta], le gusta la propuesta [le guhta la propuehta].
Ora che abbiamo analizzato le caratteristiche principali dell'accento argentino intrecciandola con le storie di alcuni nostri connazionali, mi auguro che qualcuno di voi abbia un'arma in più per migliorare la propria comprensione. Non è necessario e nemmeno consigliabile saper imitare tutti gli accenti. Conoscere le diverse caratteristiche e sfumature della lingua che stiamo studiando ci può però sicuramente aiutare a capire meglio i nostri interlocutori e, di conseguenza, ci può dare una mano a relazionarci con loro con maggiore facilità, qualunque sia il loro Paese di origine.
Se poi vi affezionate ad un Paese in particolare e volete imparare il "suo" accento e il "suo" vocabolario regionale fatelo pure. La vostra fluidità ne beneficerà e le persone indigene apprezzeranno il vostro sforzo. Questo è quanto è accaduto a Dustin, un ragazzo americano che dopo il college ha deciso di andare in Argentina per perfezionare il proprio Spagnolo. Risultato? Dustin è arrivato ad imitare così bene l'accento argentino da riuscire a mascherare quasi perfettamente le proprie origini americane:
Se poi vi affezionate ad un Paese in particolare e volete imparare il "suo" accento e il "suo" vocabolario regionale fatelo pure. La vostra fluidità ne beneficerà e le persone indigene apprezzeranno il vostro sforzo. Questo è quanto è accaduto a Dustin, un ragazzo americano che dopo il college ha deciso di andare in Argentina per perfezionare il proprio Spagnolo. Risultato? Dustin è arrivato ad imitare così bene l'accento argentino da riuscire a mascherare quasi perfettamente le proprie origini americane:
Un'altra caratteristica (non fonetica) dello spagnolo parlato in Argentina è il cosidetto voseo, un arcaismo eredità del castellano antiguo per cui al posto del tú si usa il vos con coniugazioni proprie: (tú eres → vos sos; tú tienes → vos tenés)
Finiamo questo breve viaggio nella storia e nella lingua di questo Paese sorseggiando un po di mate, la bevanda nazionale argentina.
Se volete vedere la continuazione di questo video andate qui: parte 2, parte 3
Al prossimo viaggio,
Autore: Marco Santini
Finiamo questo breve viaggio nella storia e nella lingua di questo Paese sorseggiando un po di mate, la bevanda nazionale argentina.
Se volete vedere la continuazione di questo video andate qui: parte 2, parte 3
Al prossimo viaggio,
Autore: Marco Santini
estoy aprendiendo aciento argentino por fin!!! :D
RispondiEliminatengo que aprender tambien aciento venezolano :D
RispondiEliminaHola! Soy Argentina, de Buenos Aires y me gustaría aclararles que hay algunos errores en la publicación.
RispondiEliminaPor empezar que no todos los de Buenos Aires son "porteños", sólo aquellos que viven (dentro de Buenos Aires) en la Ciudad Autónoma de Buenos Aires, el resto son bonaerenses. Yo no soy porteña y dado los prejuicios que la gente del interior tiene de los porteños, no me gusta que me digan porteña (la mayoría de bonaerenses coincide en esto conmigo).
Luego, el hecho de hacer mudas algunas "S", no se hace en todo el país, de hecho está mal visto en Argentina que alguien hable así. En general, se asocia con gente sin estudios y carenciada, o que vive en lo que nosotros llamamos villas.
La palabra "boludo", además de su acepción como "schemo", se usa del mismo modo que en inglés se usa la palabra "dude". Por ejemplo la chica del video cuando llama a los espectadores "boludos", no los está tratando de estúpidos, sólo está refiriéndose a nosotros del mismo modo que en España dicen "tío".
A modo de curiosidad, les comento que en las provincias del interior suelen agregarle artículo a los nombres: "voy a la casa de Pablo" -> "voy a la casa DEL Pablo", "hoy la vi a Julieta" -> "hoy la vi a LA Julieta". En Buenos Aires, en cambio, el colocarle artículo a los nombres se asocia, del mismo modo que el hacer mudas las "S", a la gente pobre y sin estudios; no así en el interior que casi todos hablan así.
Te faltó hablar del asado! =)
Gracias por hablar de mi país :D
Saludos!!!
Cynthia
Gracias por tus comentarios! ;)
RispondiEliminagreat post
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